Sulla mediocrità

May 16, 2011 | 4 Minute Read

(tratto da un mio post in una mailing list)

[...] Allora, il concetto che sta alla base di ogni forma d’arte è il seguente: le persone che ci si applicano sono poste in una struttura piramidale (inevitabilmente), dove in cima ci sono i geni, alla base tutti quelli che lo fanno per diletto ma senza esserne minimamente portati, nel mezzo tutti i vari livelli di bravura.

Oggi il sistema pone un’asticella ad una certa altezza: se devi scrivere una voce di un’enciclopedia medica, devi essere un medico con determinate referenze, se vuoi pubblicare un libro, questo deve essere interessante, se vuoi pubblicare un album devi essere musicalmente valido.

Ovviamente questa validità non è oggettiva, ma soggettiva sulla base del pubblico che si vuole avere: twilight ha un suo pubblico (indovina dove si colloca nella scala culturale tale pubblico?), ma anche il nome della rosa ha un suo pubblico; lady gaga ha un suo pubblico, ma anche $gruppo_jazz ha un suo pubblico.

Se tu abbassi l’asticella, automaticamente aumenti il numero di persone che possono fare quella cosa, dai loro gli strumenti e la visibilità: in questo modo recuperi quei pochi che per qualche motivo erano rimasti tagliati fuori dal sistema, ma la stragrande maggioranza sarà mediocre; è esattamente come togliere un test d’ingresso da un corso di studi, o non bocciare più alle scuole superiori (ogni riferimento allo stato attuale delle cose è puramente casuale).

Ora, il fatto che quello “strato” possa pubblicare le proprie forme d’arte non è un problema in sè, io stesso pubblico video su youtube e scrivo su un blog, lo faccio principalmente per me e per vedere se qualcuno mi vede/legge, se nessuno lo fa, pace.

Ma se queste persone invece scrivono (ad esempio) di una materia senza conoscerla o senza conoscerla a fondo, ecco che il livello culturale medio scende. Se una persona qualunque scrive sul blog post da giornalista, ma non fa il lavoro di un giornalista (es. le fonti) perchè nessuno glielo ha insegnato, magari avrà un signor seguito: magari io e te non lo leggiamo, ma questo non toglie che possa anche fare migliaia di visite. Si chiama (nel caso del giornalismo) qualunquismo.

Il fatto (citato da Keen) che Wikipedia non ti richieda delle credenziali per scrivere di fisica, fa sì che le voci di fisica possano essere cannate alla grande, e non è detto che la gente se ne accorga, e magari se ne accorge dopo parecchio tempo, e nel frattempo un certo numero di persone le hanno prese per buone. Tutti siamo incappati in voci senza una bibliografia decente, in genere ce ne allontaniamo, ma non tutti lo fanno.

Non tutti fanno una scuola superiore tale da renderli capaci di scrivere un articolo, in questo Paese non ci sono solo licei, ma anche istituti tecnici e professionali, non tutti hanno fatto il percorso di studi che noi stiamo facendo.

Ribadisco, questo non vuol dire che sia tutto da buttar via, ma certamente le cose presenti su Internet (soprattutto testi) vanno prese cum grano salis, e deve esserci qualcuno che ti insegna a prenderle in questo modo, a fare una chiamiamola “navigazione critica”. La scuola oggi insegna a farlo?